Sindrome da disfunzione del film lacrimale

L’occhio è circondato da una sottile pellicola, chiamata film lacrimale, che ha una composizione molto complessa ricca di numerose sostanze nutritive e protettive tutte necessarie e tutte in equilibrio tra loro.
Il film lacrimale ha uno spessore di circa 9 micron quando è appena prodotto e si riduce a 4 prima del successivo ammiccamento. E’ composto essenzialmente da 3 strati: il più esterno è quello lipidico (che a sua volta è composto da una parte superficiale che va a contatto con l’ambiente esterno e quella sottostante, polare, che andrà a legarsi con la componente acquosa della lacrima); lo strato centrale è acquoso ed è il più spesso e ha funzione metabolica grazie all’ossigeno, agli elettroliti ed alle sostanze nutritive che lo compongono: questa componente idrata e nutre le cellule dell’epitelio corneale, diluisce le sostanze citotossiche, elimina i detriti cellulari e lubrifica la superficie oculare; infine lo strato più profondo, adeso ai microvilli corneali, è chiamato mucinico, e rende bagnabile la superficie corneale ed evita che la componente acquosa scivoli via per effetto della gravità.
L’eccessiva evaporazione lacrimale o dislacrimia, (causa dell’86% dei casi di occhio secco,) è provocata dall’ostruzione o dal malfunzionamento delle ghiandole di Meibomio che si trovano nelle palpebre. Queste ghiandole sono responsabili della produzione dello strato lipidico delle lacrime. Quando non funzionano correttamente, non producono sufficiente componente oleosa del nostro film lacrimale cosi le lacrime evaporano troppo in fretta. Uno strato lipidico insufficiente o assente può causare un’evaporazione lacrimale sino a 16 volte più rapida.
La ridotta produzione lacrimale o ipolacrimia, invece, si verifica quando le ghiandole lacrimali non creano una quantità sufficiente di soluzione acquosa in grado di mantenere l’umidità oculare.
Sintomi
La disfunzione del film lacrimale può avere diversi livelli di gravità, va da sé che le situazioni più critiche vanno valutate dal medico Oftalmologo. I segnali da non trascurare sono:
• bruciore;
• fastidio;
• eccessiva lacrimazione;
• arrossamento degli occhi;
• alterazione della vista;
• sensazione di corpo estraneo negli occhi;
• fotofobia (sensibilità alla luce);
• dolore (in alcuni casi).
Nel mondo oltre 350 milioni soffrono di questo disturbo e in Italia ne è affetto il 25% della popolazione. Le più colpite sono le donne dopo i 45 anni (50%) e quelle in menopausa (90%).

I fattori di rischio
• L’età (si manifesta soprattutto dopo i 50 anni);
• le infiammazioni croniche del segmento anteriore dell’occhio;
• interventi chirurgici oculari;
• le congiuntiviti allergiche;
• le blefariti croniche;
• le pregresse infezioni erpetiche (causate cioè da Herpes);
• gli squilibri ormonali (menopausa);
• le malattie metaboliche;
• trattamenti farmacologici plurimi;
• fumo, alcool, stupefacenti;
• gli usi ed abusi di cosmetici per gli occhi;
• cattivo utilizzo di lenti a contatto.
Anche l’ambiente in cui viviamo e lavoriamo è fondamentale: l’aumento dell’inquinamento atmosferico, un condizionamento scorretto possono infatti causare alterazione dell’equilibrio lacrimale. Come pure una alimentazione squilibrata e un basso apporto idrico sono fattori di provata alterazione delle funzioni di produzione lacrimale.
A questo si aggiungono le nostre cattive abitudini come la “dipendenza” da dispositivi digitali che ci impegna per gran parte della nostra giornata attiva: usarli per troppo tempo ininterrottamente senza fare pause, a distanza troppo ravvicinata, con scarsa luce e in ambienti poco salubri, non solo possono causare danni alla vista, ma alterare sensibilmente l’equilibrio lacrimale.
Questi fattori costituiscono la base su cui da leggeri fastidi, con un meccanismo a cascata, viene coinvolta tutta la superficie oculare, le ghiandole lacrimali, le ghiandole di Meibomio e tutta la finissima rete di recettori e terminazioni nervose corneali e congiuntivali. Le modificazioni quantitative e qualitative del nostro film lacrimale possono arrivare a danneggiare tutto il segmento anteriore dell’occhio creando gravi deficit visivi e funzionali.
La cornea è la parte dell’occhio che rischia di più e subisce più danni. Fin dai primi sintomi di alterazione dell’equilibrio lacrimale si riscontrano sofferenze dell’epitelio corneale (lo strato più superficiale della cornea): questo strato di sottili “piastrelle” si altera, perde pezzi, formando spazi vuoti che generano scompensi metabolici tra la parete interna e quella esterna della cornea.
E’ un grave errore ritenere che la disfunzione del film lacrimale sia una condizione a cui ci si deve abituare scendendo a compromessi o, ancor peggio, a rassegnarsi e subirne le conseguenze.

Diagnosi e rimedi
La diagnosi di disfunzione del film lacrimale non va fatta con auto diagnosi fai da te; i professionisti della visione eseguono dei test con questionari e sofisticati strumenti che analizzano la condizione lacrimale, mappano e misurano i tempi di rottura del film lacrimale, analizzano l’integrità delle ghiandole di Meibomio, poi software ad hoc elaborano una scala dalla quale si può stabilire il grado di gravità della sindrome ed eventualmente suggerire approfondimenti clinici presso lo studio oculistico.
La disfunzione del film lacrimale da sindrome può diventare una malattia seria che va affrontata e trattata con sempre maggiore serietà e professionalità. Ma già cambiando le proprie abitudini si possono fare notevoli passi avanti. A cominciare dalla dieta: bere molta acqua, mangiare più frutta e verdura e assumere più Omega3, migliorano la produzione lacrimale e ne migliorano il tempo di evaporazione.
Controllare inoltre l’umidità dell’aria negli ambienti dove viviamo, dormiamo e lavoriamo è fondamentale, soprattutto in presenza di bambini ed anziani. Per quanto riguarda l’uso di device elettronici, è bene limitarlo nel tempo e tenere questi strumenti alla giusta distanza, non meno di 30 centimetri dagli occhi.
Sostituti lacrimali di ultima generazione favoriscono il ripristino dell’integrità del film lacrimale alleviando notevolmente i sintomi fastidiosi e riportando una condizione di vita più accettabile.
Anche la detersione delle palpebre con falde tiepide a 40-41 gradi centigradi aiuta a mantenere puliti i dotti secretori.
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